I nuovi ricchi:
Usa, Trump firma il decreto sul diritto di
sfruttamento delle risorse spaziali.
E sì, perché a quanto pare vale la regola del “chi prima
arriva…” tutto piglia. “La mancanza di certezze riguardo ai diritti di sfruttamento
delle risorse spaziali da parte di soggetti privati - scrive il presidente Usa
nell’ordine esecutivo - e in particolare il diritto di recupero e utilizzo a
scopi commerciali delle risorse naturali della Luna, ha scoraggiato alcune
imprese a partecipare al programma spaziale”.
Trattato dello spazio esterno: (19 dicembre 1966 Adottato
dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, aperto alla firma il 27 gennaio
1967 ed entrato in vigore il 10 ottobre 1967 ed è valido a tempo indeterminato).
Il trattato è il fondamento della legge spaziale
internazionale ed è noto come "costituzione spaziale", che stabilisce
10 principi di base che dovrebbero essere osservati nell'impegnarsi in attività
spaziali.
Al punto 8 del trattato viene detto: “Principi per la
registrazione degli oggetti dello spazio cosmico: tutti i paesi che conducono
attività spaziali si impegnano a comunicare al segretario generale delle
Nazioni Unite lo stato, la posizione e i risultati delle attività nella massima
misura possibile e pratica”.
Questa materia occuperà il futuro, ci troveremo davanti a
una speculazione delle stelle e dei pianeti, ci troveremo con “bolle stpaziali" dove al posto dei tulipani avremo stelle e pianeti. Studi legali si stanno già
attrezzando in diritto spaziale e flotte commerciali attrezzate con nuovi motori "Top Secret" solcheranno il mare dello spazio per
accumulare ricchezza.
La maggior parte degli esperti in materia di Diritto
aerospaziale internazionale affermano che la materia ricade sotto il concetto
giuridico di res comuni, il che significa che i corpi celesti appartengono ad
un gruppo di persone, possono essere usati da ogni membro del gruppo ma nessuno
se ne può appropriare (concetto applicato anche in materia di acque
internazionali). ma controverso nella sua interpretazione. L'effetto pratico del trattato, che è quello di impedire ogni
diritto di proprietà privata allo stesso modo in cui il diritto del mare
impedisce a chiunque l'appropriazione del mare, è spesso messo in discussione
da coloro che rivendicano la facoltà di vendere diritti di proprietà su altri
corpi celesti, controverso anche perchè, perché, non si tratta di mare spaziale ma di isole, ovvero pianeti e stelle, ma questa rivendicazione non è mai stata ancora
verificata in un'aula di tribunale, ed a un tribunale si potrebbe delegare questo potere?
La “vendita” di stelle e pianeti è già attiva, tanto che alcune
persone ne detengono l’identificazione con il proprio nome, acquistate regolarmente, ne detengono la certificazione, la posizione, il rilevamento.
Nazioni che hanno in passato avuto scienziati, (vedi per l’Italia
Schiapparelli per Marte) potrebbero vantare diritti di scoperta vi sono potenziali
diritti diretti e indiretti e strategici, o altro.
Passo dopo passo
vedremo, o chi verrà dopo di noi vedrà.
Resta comunque il fatto che se sei proprietario di una
stella o un pianeta, acquistato regolarmente sei una persona ricchissima e appena
apriranno le “Aste dello spazio” avrai la possibilità di vendere, resta
comunque difficile che troverai immediatamente un compratore, non perché non
voglia il tuo pianeta o stella ma perché non ha il sufficiente capitale per acquistarla.
Insomma è essere ricchissimi.
Fantascienza?…Realtà di saper vivere il tempo.
Le opinioni e le opinioni espresse nell'articolo non riflettono necessariamente quelle del “il Caffe sapere aude”: