Reset Italia.
Dunque, ci siamo… quasi tutti i media e nei social i netizen nella fragilità della crisi nel momento espongono il segno del drago.
Osservando le varie opinioni pro e contro che giungono dall’estremizzarsi in un “golpe bianco”, l’Italia esprime ciò che può, nel suo meglio di così non sappiamo fare.
Il
che ci pone nell’interrogativo se questo momento sarà l’inizio la fine di una era,
nella prospicenza, e del tutto continua
come prima.
Quel che traspare è che in questa imprevedibile situazione, ritmata dalle variabili della pandemia in corso, come tanti si aggrappino alle vesti di Draghi indicandolo come il risolutore di tutti i mali…
I media in generale indicano il pensiero economico di Draghi
come un surrogato di Federico Caffè, uno tra i più influenti e brillanti economisti della sua
generazione, maestro anche di Mario Draghi.
(Federico Caffè è ancora avvolto nel mistero della sua scomparsa, uscì
dalla sua casa a Monte Mario a Roma, e sparì nel nulla. Indicato come l’economista
e pensatore della "Scuola Keynesiana. <<La teoria alternativa di
Keynes spiega perché questa teoria del mercato libero ed efficiente non è e non
può essere applicabile al sistema imprenditoriale e orientato al mercato in cui
viviamo>>).
Nel pur globale possibile - impossibile, variabili o fisse, che Il Presidente possa, l’organizzazione del sistema avrà una rilevante priorità.
L’aspetto sociale è rilevante.
Nel contesto Europeo la motivazione che sentiamo è “pensare
alle prossime generazioni, ai giovani” Un cantico secolare che nel suo
susseguirsi ha visto a turno sacrificare le vecchie generazioni. Il fatto nuovo è che questo prevedeva un
rallentamento a rimandare da sempre l’avvenuto, in un turnover mediatico
adattato all’occorrenza, che oggi vede un’accelerazione tempo culturale globale in
atto, e la questione che “la tua ignoranza è la mia salvezza” si è ridotta. Fatti
che si percepiscono anche nel calo delle nascite legate al territorio, ben evidenti,
e anche le conseguenzialità.
L'invecchiamento della popolazione è un fenomeno che attualmente interessa gran parte dei paesi industrializzati ed è causato principalmente dal sensibile calo delle nascite e dal miglioramento delle condizioni di vita dell'essere umano. l'Italia è uno dei paesi in cui la fecondità tocca uno dei valori più bassi al mondo e ove si registra la presenza di una componente anziana della popolazione ai massimi storici. L’unico aspetto potenzialmente compensativo dell'invecchiamento può essere individuato nel fenomeno dell'immigrazione, che funge attualmente da elemento che in realtà mitiga solo in parte solo le ripercussioni negative della longevità del popolo italiano, da sempre risolte con peggiori condizioni di vita dell'essere umano. Da decenni si cerca di affrontare lo studio dell'invecchiamento quale fenomeno socio-demografico che investe la struttura della popolazione in modo tanto incisivo da produrre effetti rilevanti su tre direttrici in particolare: la spesa sanitaria e farmaceutica, il sistema pensionistico ed il mercato del lavoro, risolvendosi in posizioni politiche di contenimento non migliorative (salvo solite secolari eccezioni).
Le cure nel passato
sono state impostate sulla speranza e su fantasiose promesse, il che conduce
alla non fiducia, un’inflazione che porta ad un ulteriore calo delle nascite.
Alimentazione, casa, salute, soddisfazione consumistica, cultura, appaiono in
ordine gli elementi mix chiave della organizzazione sociale.
Nella nostra cultura elementare, ben legati da una cultura
organizzativa burocratica di antichissima fattura, riflettendo in
logica, attendiamo in Kafkiano raccoglimento nell’incognita a chi verranno strette e a
chi allentate le catene.