Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -

domenica 6 marzo 2011

RISTORANTE MILANO:

Milano, 6 marzo 2011 - Le stime prese in considerazione dal Comune hanno tutte il segno «più»: il federalismo municipale, appena approvato alla Camera, porterà più soldi nelle casse di Palazzo Marino. L’assessore al Bilancio, Giacomo Beretta, ne è convinto. E cita una serie di recenti studi a sostegno della tesi. Secondo l’assessore, il saldo tra la nuova imposta municipale unica, l’Imu, e i trasferimenti statati che saranno soppressi farà sorridere i milanesi, una volta che la riforma federalista entrerà a regime, nel 2014. Ecco le «prove» addotte da Beretta: «“Il Sole 24 Ore” ha stimato i vantaggi del federalismo municipale per Milano in 169 milioni di euro in più di entrate. Il Centro studi dell’Anci, l’Ifel, in 96 milioni di euro in più. La Cgia di Mestre in circa 270 milioni di euro in più, 211 euro per ogni milanese».

Da qui al 2014, però, sarà ancora il ministero dell’Economia a decidere l’ammontare dei trasferimenti statali ai singoli Comuni con un apposito fondo di perequazione. La «virtuosità» delle amministrazioni comunali non sarà necessariamente tenuta in considerazione da Roma. «Ma il federalismo municipale va in direzione opposta — sottolinea l’assessore —. Questa riforma conviene a una metropoli come Milano, perché farà emergere la questione dei city users (i pendolari, ndr), 700 mila non residenti a Milano ma che utilizzano i nostri servizi. Un costo enorme che fino ad oggi non ci è stato riconosciuto e che l’Università Bicocca stima attorno ai 270 milioni di euro all’anno. Un costo che grazie al federalismo sarà sommato nel conteggio del fabbisogno standard della nostra città». Tutto bene, dunque? Non proprio. Le stime sopracitate, tutte in positivo per Milano, potrebbero essere fuorvianti. Lo ammettono anche da Palazzo Marino. Fino al 2014, infatti, tutte le risorse confluiranno in un fondo di riequilibrio e non sono ancora noti i criteri di ripartizione. Beretta, comunque, resta ottimista. Secondo lui la situazione di Milano non potrà che migliorare con il federalismo municipale. Sì, perché «attualmente la nostra città produce oltre sette miliardi di gettito Irpef, mentre il Comune riceve dallo Stato poco più di 700 milioni di euro di trasferimenti, di cui 300 milioni vincolati al trasporto pubblico».

Il Pd milanese, intanto, ribalta le stime positive citate da Beretta («Milano per colpa del federalismo municipale perderà 71 milioni di euro nel 2011») ed è convinto che chiunque governerà la città dopo le elezioni comunali del maggio prossimo sarà costretto ad aumentare le tasse locali e ad applicare l’addizione Irpef. Beretta non ci sta: «Siamo in campagna elettorale e il centrosinistra non vuole ammettere che il federalismo premierà Milano. Dimostremo che possiamo governare senza aumentare le imposte e senza applicare l’addizionale Irpef, garantendo i servizi». Ma è in campagna elettorale anche il centrodestra e l’annuncio «non aumenteremo le tasse» fa guadagnare voti. O no? Beretta ribatte così: «No, guardi, noi non ragioniamo in questi termini. Tanto è vero che non abbiamo fatto un bilancio preventivo 2011 alla Cetto La Qualunque (il politico inventato dal comico Antonio Albanese nel recente film “Qualunquemente”, ndr), elargendo soldi a pioggia prima delle elezioni».
di Massimiliano Mingoia


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