Il segreto della felicità è la libertà. Il segreto della libertà è il coraggio. "- Tucidide. Θουκυδίδης, Thūkydídēs -Atene,ca. a.C. 460 a.C.- dopo il 440 a.C. -

mercoledì 30 marzo 2011

Pisapia, un nome è una garanzia? Anche la formazione di Sinistra non ha sottoposto un programma ai cittadini, come le altre liste. Restano parole importanti.

La rivoluzione gentile di Pisapia

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in Stefano Bettera (Terra Milano)

INTERVISTA. Parla il candidato sindaco del centrosinistra: «Potenziare trasporto pubblico e ciclabilità. Il nucleare? Sono contrario».
L'Europa corre ma Milano è ferma al palo. Ma Giuliano Pisapia è pronto per una “rivoluzione gentile” che riporti il capoluogo lombardo ad essere la locomotiva d’Italia. Una rivoluzione che ha il cuore verde e lo sguardo puntato verso il futuro: verso i giovani, le donne e i nuovi italiani, le imprese e il sociale.

A questo proposito, quali sono le prime decisioni che prenderà come sindaco?
Ecopass lascerà il posto a una congestion charge sul modello di Londra. Ogni mezzo che entra nella cerchia dei bastioni pagherà, anche in maniera differenziata. Sarà un provvedimento equo e non un aggravio per chi non può permettersi un’auto nuova. Il ricavato andrà tutto a favore del potenziamento del trasporto pubblico che sarà veramente efficiente. A ciò si deve aggiungere una rete di ciclabilità diffusa e l’ampliamento del bike sharing alle periferie, da trasformare in “nuovi centri cittadini”. Ma il mio impegno è concentrato anche su i 5 referendum ambientali, che purtroppo nonostante le nostre richieste non si terranno in contemporanea con le amministrative. È importante partecipare e votare sì, perché sono la base di partenza per migliorare la qualità dell’aria in città.

Molte città europee puntano su ecoquartieri e efficienza energetica degli edifici. E Milano?
La mobilità sostenibile è la prima grande condizione strategica per il miglioramento dell’aria. Certo è necessario agire anche sugli edifici. Milano al pari delle altre metropoli europee punterà al recupero e al riuso delle grandi aree di trasformazione, così come saranno realizzati quartieri ecologici con un mix funzionale e sociale equilibrato. In centro non ci dovranno essere solo banche. La mia proposta prevede anche lo sviluppo di azioni per la promozione di un’edilizia di qualità ambientale ed energetica. Requisiti come l’efficienza energetica grazie all’utilizzo di rinnovabili, separazioni degli scarichi e sistemi di drenaggio a “prova di clima”, devono essere considerati standard e quindi inseriti nel nuovo regolamento edilizio.

Come favorirà l’innovazione tecnologica, coinvolgendo le imprese ma anche le Università e i giovani?
Istituirò una Conferenza permanente tra Comune, Università ed enti di ricerca. La Conferenza verrà organizzata attorno a un’agenda con scadenze tematiche, tra cui proprio la cultura della sostenibilità ambientale. Questa relazione con il Comune e gli altri enti renderà trasparente e strutturato il collegamento con la rete universitaria favorendo l’interdisciplinarietà degli approcci alla soluzione dei problemi o alle proposte per nuove strategie. Green Economy significa nuovi posti di lavoro. Milano non può perdere questo treno, soprattutto in vista dell’Expo. È necessario promuovere un’Expo diffusa e sostenibile che assuma il 2015 quale scadenza entro cui realizzare le strategie ambientali e sociali di cui Milano ha bisogno. Un’Expo che sia occasione per promuovere l’agricoltura di prossimità e la filiera della trasformazione dei prodotti agricoli con caratteristiche di genuinità e km 0; per collegare e diffondere il verde; per difendere e rilanciare il Parco Sud, i parchi territoriali già esistenti, i parchi di cintura; per sostenere, anche attraverso la messa a disposizione di spazi per i Gruppi di acquisto solidale e i mercati dei contadini, l’acquisto e l’utilizzo dei prodotti agricoli ecologici e locali nella ristorazione pubblica e privata.

Come pensa di agevolare la nascita e la messa in rete di quelle giovani imprese, i cluster verdi, che sono uno dei motori di questa “rivoluzione ambientalista”?
Ci sono già diversi gruppi di acquisto solidale, tanti farmers market. Il Parco Agricolo Sud Milano è una risorsa importantissima, dove nascono prodotti di qualità. La messa in rete delle diverse realtà che fanno parte di Milano è la priorità. Penso ad esempio al ruolo che può assumere il Comune di Milano come facilitatore nell’acquisto di prodotti a km zero e all’utilizzo anche di prodotti provenienti dal nostro territorio, nelle mense scolastiche e comunque nei menù di Milano Ristorazione e negli ospedali. Per far ripartire Milano bisogna favorire l’imprenditoria femminile, ripartire dalla cultura e ricreare liberi spazi di aggregazione per i giovani.


Le sue proposte?
Sono convinto che per favorire l’imprenditoria femminile, ma più in generale la presenza delle donne nel mondo del lavoro sia necessario dotare Milano di servizi efficienti e che rispondano puntualmente alle loro esigenze. Occorre quindi, per esempio, rendere i posti all’asilo nido un diritto per ogni bambino così come avviene in altre città europee. Sulla cultura penso a un progetto in particolare: residenze artistiche e creative con il recupero di luoghi pubblici in disuso e spazi e servizi condivisi dove artisti e operatori culturali possono trovare un punto di incontro. Un grande bacino di arte e di cultura a Milano che si presenta in tutta la sua vocazione internazionale. Riguardo ai giovani propongo agli operatori del settore un patto di collaborazione: il Comune si impegnerà a favorire l’intervento di istituti di credito per gli adeguamenti di sicurezza strutturale che gli operatori sosterranno, secondo un programma concordato di modalità e tempi. In questo modo, e rendendo disponibili spazi anche solo temporaneamente liberi, pubblici e privati, si apre la città, si impedisce il degrado di stabili dismessi, si amplia l’offerta anche con l’obiettivo di superare positivamente la difficile convivenza tra esercizi pubblici e zone residenziali. Lavoro e cittadinanza sono temi cardine per una città metropolitana, una città di tutti, senza quartieri ghetto. Innanzitutto le periferie non saranno più periferie, ma nella visione di Città metropolitana con le municipalità ci saranno tanti centri che vivranno di luce propria. Nel progetto della Milano del prossimo futuro è emersa la proposta di partecipazione attiva di nuovi cittadini (giovani e stranieri) alla vita pubblica, attraverso elezioni di rappresentanti con diritto di parola e funzioni di indirizzo (mozioni e istanze) per gli organismi deliberativi, anche in funzione di un’autentica educazione civica. La gestione delle partecipate comunali, come ad esempio l’Atm sono state lo specchio di una città per pochi, con grandi sperequazioni e poco merito. Innanzitutto occorre restituire valore alle competenze dei dipendenti comunali, in questi anni troppo spesso messi da parte a favore di consulenze esterne strapagate. Il merito deve tornare ad essere la molla per far funzionare al meglio il Comune e le sue municipalizzate e quindi far funzionare al meglio la città. E poi una maggiore presenza di donne che con la loro professionalità, la loro esperienza, la loro passione e il loro punto di vista, può essere solo un arricchimento per chi governa. Da Milano bisogna dare un forte segnale in questo senso. E così il Milano tornerà a essere la capitale morale d’Italia.

Il nucleare: A2A tace sugli investimenti che potrebbero essere destinati allo sviluppo delle rinnovabili invece che all’atomo.
La mia posizione è molto chiara: Milano è e sarà una città antinucleare. Ritengo che la priorità sia quella di investire nelle energie rinnovabili e nello sviluppo delle tecnologie più avanzate. Ricordo che oltre ai 5 referendum ambientali per Milano, il 12 giugno si terranno anche i referendum nazionali a cui rispondere sì per bloccare il ritorno al nucleare, anche dopo la moratoria di un anno annunciata dal Governo, e sì per mantenere l’acqua un bene comune. è un’ulteriore occasione per ribadire la nostra visione di mondo sostenibile in contrapposizione alla logica predatoria del modello di sviluppo che conosciamo.

La sua forza gentile dovrà affrontare sfide titaniche per far ripartire il cuore di Milano.
I prossimi cinque anni saranno quelli della democrazia partecipativa, una scommessa positiva sulla volontà e capacità di cambiamento, un atto di fiducia nei confronti dei cittadini. Compito del nuovo Comune è costruire procedure che coinvolgano l’espressione di volontà anche in modo diretto da parte dei cittadini.

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