Milano e la sua nebbia.
La nebbia avvolge Milano, da diversi giorni il livello d’inquinamento
ha superato a vista i livelli che stabiliscono la protezione della salute
umana, un valore limite orario di concentrazione.
Il silenzio della comunicazione ci ha abituati al non sapere, nel segno che nel suo pensare, lo indica come il “bene” di cui la “libera” informazione ci omaggia, tossendo a pagamento del sapere più consono e adatto alle nostre presunte limitate capacità intellettuali.
Qualità della
vita e tutti i parametri connessi sono lasciati a quella attenta burocrazia che
ci illustra come dobbiamo essere attraverso prolissi muri di interpretazioni. costosissimi
scritti; che nella loro obsolescenza programmata si nutrono di rindondanti revisioni aggiuntive, tali da far dimenticare qualsiasi processo interpretativo intelligente, nel tentato proseguire, del blocco digitale. Nel metaverso si
possono trovare giochi analoghi di simulazione burocratica.
Nel “meglio che il popolo non sappia”, arriviamo al girone
infernale dell’inquinamento, e pertanto della tassa sulla immondizia. Del pattume crescente che la nostra era di civiltà espone. L’articolo pubblicato dalla BBC ne propone un aspetto.
Da quel che ne sappiamo, molti studi sono stati attuati sperimentalmente, di cui non ne crosciamo il risultato, salvo la constatazione che più soldi
abbiamo più consumiamo e più consumiamo, più rifiuti produciamo, ma se non
consumiamo il sistema crolla. Studi che affrontano
lo shopping, il cibo, i trasporti, l'abbigliamento e i rifiuti domestici per
esaminare la struttura delle nostre diverse società, cosa motiva il
comportamento umano e per vedere cosa possiamo imparare dagli altri culture.
Significativi studi quelli intrapresi al fine di sostituire
la tassa rifiuti (in sé punitiva) con un rimborso al popolo, poiché sottoposto a scelte dominanti
strategiche di packaging e distribuzione, imposte e predisposte alla produzione
di materiale spazzatura al fine di alimentare questa economia circolare.
Ridurre al minimo l’impronta sull'ambiente è forse destinato
alla consapevolezza personale del problema, ognuno nel sapere indotto dai media
dovrebbe essere responsabile. Ma d’altra parte i media vivono di pubblicità e
non sempre è conveniente educare a ridurre al minimo i rifiuti in un mondo che
annega nei materiali non riciclabili e nella perdita di cibo, per uno stile di
vita "zero sprechi". Niente cibo confezionato con materiali inquinati,
niente fast fashion, prodotti di uso quotidiano riciclabili o privi di
plastica, come dentifricio solido e shampoo. Anche i prodotti per l'igiene
femminile assorbenti o tamponi, che a quanto pare, oltre al loro esponenziale
grande numero, sono altamente inquinati. La maggior parte dei prodotti
mestruali sul mercato sono usa e getta, vi sono ricerche che dimostrano che gli
assorbenti per il ciclo contengono fino al 90% di plastica.
La questione del non dobbiamo comprare cose nuove e possiamo
trovare opzioni di seconda mano online o tramite i nostri amici, deve affrontare
la realtà economica dello sviluppo di produzione di larga scala e il
decentramento delle imprese.
Nel pacchetto inquinamento ecologia, la sguardo se pur
limitato va ben oltre, e trova la massima criticità nella situazione bellica
che percorre da sempre la storia dell’umanità; nell’imputo che il più forte e
cattivo (anche se travestito da buono) da sempre vince. Qui nel non detto la
situazione si complica ulteriormente, oltre la questione della spazzatura radioattiva,
l’attualità del settore bellico conserva la necessità inquinate; inoltre sta affrontando
anche nuovi parametri con l’introduzione dell’intelligenza artificiale, l’autoapprendimento
competitivo e applicazione bellica, che spazia da sistemi di difesa a sistemi
di attacco, pare che già esistano applicazioni di IA applicati a Radar e
sistemi di risposta, come siano già possibili su aerei, navi e mezzi corazzati,
ecc. Un momento critico che comporta
esercizi d’intelligenza umana considerando la sua propensione già vista nella
storia .
Restare preoccupati in questi momenti di esame è domandarci
se saremo capaci di superare la questione intrigata e controversa e e come la supereremo,
se la supereremo…
Auguriamoci di non finire genuflessi, prostrati al di sotto
di quella linea dettata dalla imposizione coercitiva burocratica, così amata e
perversa. La sostenibilità è qualcosa che riguarda tutti. Influisce su tutte le
nostre vite ed è importante. I cambiamenti individuali che apportiamo sono
importanti su larga scala delle cose - è infinitamente piccolo, ma entrare
nella mentalità è importante perché questo è quello di tutti, anche se noi come
individui non ne siamo la causa.
... Prima o poi arriveremo alla consapevolezza della
responsabilità.